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Da sabato 6 ottobre si può visitare il bosco del Sasseto

Dopo l’acquisizione avvenuta formalmente il 19 settembre e la cerimonia di apertura del 30 settembre a Torre Alfina, che ha riscosso una grande partecipazione, il 6 ottobre torna visitabile il bosco del Sasseto.

Alla cerimonia di domenica scorsa, oltre a un folto pubblico, da rilevare la partecipazione del sindaco di Allerona Sauro Basili, che ha dato la sua disponibilità a collaborare mettendo in relazione il Sasseto e Villa Cahen e più in generale tutti i possedimenti della famiglia Cahen oltre i confini regionali, sul versante umbro.

Ciò pone in relazione il Sasseto anche con Orvieto, con la possibilità di intercettare e di arricchire l’offerta in riferimento ai flussi turistici interessati alla città orvietana e al suo territorio.

Molto interessante anche l’intervento dell’architetto Renzo Chiovelli, che ha reso consapevoli i partecipanti dell’importanza dei giardini storici del castello di Torre Alfina, che dopo il restauro diventeranno una parte culturalmente non secondaria del pacchetto turistico.

La giornata del 30 settembre si è poi conclusa proprio con la visita ai giardini e quando il Sindaco Angelo Ghinassi e Mauro Favero, Presidente del Consiglio di Frazione di Torre Alfina, hanno aperto il cancello di ingresso, alla soddisfazione di tutti i presenti si è aggiunta anche una certa emozione e si è conclusa in allegria una giornata storica.

Ora però si riapre veramente.

La chiusura estiva ha determinato un’attesa dei possibili fruitori e l’Amministrazione Comunale, nuovo proprietario dell’area, non vuole deludere questa aspettativa, in considerazione che la stagione è ancora favorevole.

Per questo si è lavorato alacremente per raggiungere nel più breve tempo possibile questo obiettivo.

Si ricorda che il bosco sarà accessibile solo con visite guidate, con gruppi di non più di 30 persone, perciò si consiglia di prenotare.

Il fatto di aver definito ed organizzato il sistema di accoglienza in un periodo così breve espone gli operatori a qualche rischio e chiediamo comprensione per eventuali disguidi.

È anche però un modo per mettere alla prova subito i giovani operatori che gestiranno le visite, facendo tesoro di questa esperienza per poi proporsi al meglio nella prossima stagione, su cui si lavorerà meglio anche in termini di promozione.

Ogni lungo viaggio inizia con un primo passo e non era il caso di attendere oltre.

La Casa di Riposo ormai prossima all’accreditamento di RSA

Recentemente, in data 12 settembre 2018, è arrivata al Sindaco una importante comunicazione del Presidente della Regione Lazio, che abbiamo già pubblicato sui nostri spazi social e che riportiamo integralmente anche qui.

Caro Sindaco,
ti ringrazio per la nota inviata, che descrive con dovizia di particolari la vicenda della Casa di Riposo per anziani San Giuseppe e le annose problematiche di natura amministrativa e burocratica che ne hanno messo a repentaglio la stessa sopravvivenza.
Come sai, dopo le tue sollecitazioni, abbiamo avviato un approfondimento delle questioni poste con tutti gli uffici regionali coinvolti, al fine di poter risolvere le problematiche che ci hai rappresentato cercando di agire con celerità e con l’obiettivo di superare anche i contenziosi di natura giuridica che interessavano l’intera vicenda.
Con la deliberazione n. 447 del 02/08/2018 penso si sia fatto un enorme passo avanti in tal senso: la rinuncia ai contenziosi da parte dell’IPAB e del Comune di Acquapendente nei confronti della Regione, la contestuale concessione dell’immobile a canone ricognitorio all’IPAB stessa e l’attribuzione all’immobile della funzione socio sanitaria necessaria per l’accreditamento al Sistema Sanitario Regionale, finalmente pongono le basi per dare un futuro più certo e stabile agli anziani ospitati nella struttura, ai lavoratori che vi operano e più in generale a tutta la comunità aquesiana.
Ora, con la rapida sottoscrizione degli atti transattivi già nelle prossime settimane da parte della Regione Lazio, del Comune di Acquapendente e dell’IPAB San Giuseppe e con la successiva trasformazione della Casa di Riposo in RSA accreditata al SSR credo faremo un ulteriore passo in avanti.
Sono convinto che con lo stesso spirito di collaborazione istituzionale e con la tenacia che contraddistingue il tuo operato, riusciremo a portare a compimento questo progetto ed a risolvere le questioni che ancora devono essere definite.
Ti ringrazio per le parole di stima, che contraccambio, e ti saluto cordialmente.
Nicola Zingaretti

Perché è importante questa lettera? Perché pone fine ad un lungo periodo di incomprensione e di difficoltà di comunicazione.
Si affrontano finalmente con lucidità e decisione le due questioni principali che rendevano impossibile un rilancio della struttura:

  1. la questione della titolarietà dell’IPAB sull’immobile e del riconoscimento della sua funzione socio-sanitaria, su cui da anni ci sono incomprensioni con i vari uffici regionali, a causa di una visione sempre parziale e mai complessiva dei problemi;

  2. la questione del riconoscimento della Residenza Sanitaria Assistita (RSA), che assicura alla struttura le risorse necessarie per operare in riferimento ai reali bisogni, che essendo in gran parte riferibili a ospiti non autosufficienti, sono più di tipo sanitario che assistenziale.

Tra le due questioni c’è una stretta relazione perché il secondo risultato dipende anche dalla soluzione del primo problema.

Per inquadrare il problema e per capirlo è necessario ripercorrere sinteticamente tutta la storia.

Al momento la Casa di Riposo S. Giuseppe è un’Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficienza (IPAB) provvisoriamente amministrata da un Commissario Straordinario nominato dalla Regione Lazio.
La nomina dell’attuale Commissario, il dott. Franco Colonnelli, è avvenuta dopo un periodo di circa un anno in cui l’IPAB è stata priva di rappresentanza legale.
La situazione critica trovata dal nuovo commissario è il risultato storico di una situazione in cui gli amministratori che si sono succeduti hanno lavorato in condizioni di difficoltà, sia sul piano normativo sia su quello gestionale.

Far quadrare i conti non è mai stata cosa facile, aggravato dal fatto che l’ente non dispone di personale amministrativo.
Il Comune, che ha sempre considerato la struttura un bene della comunità, negli anni si è fatto carico di supplire a diverse mancanze, mettendo a disposizione risorse umane e finanziarie che hanno aiutato la sopravvivenza del servizio.

A giugno del 2016 la situazione trovata dal Commissario della casa di Riposo San Giuseppe era la seguente:

  1. enorme indebitamento fuori controllo;

  2. insoddisfazione del personale impiegato a causa dei ritardi negli stipendi;

  3. forte preoccupazione dell’utenza e delle famiglie per la continuità del servizio.

Inoltre, è emersa in tutta la sua paradossale situazione la questione della proprietà dell’immobile nel quale opera la struttura che vale la pena ricordare nei suoi passaggi fondamentali.

L’immobile della Casa di riposo fu acquistato nel 1970 dall’allora Ospedale Civile di Acquapendente, grazie a donazioni dirette dei benefattori e grazie al prezzo irrisorio pattuito con la Curia Vescovile (20 milioni di lire rispetto al suo valore reale stimato all’epoca in 80 milioni).
Con la Riforma del Sistema Sanitario Nazionale del 1978 gli enti ospedalieri venivano soppressi in favore delle USL, le quali non avendo capacità giuridica non potevano risultare proprietari di beni. La proprietà veniva quindi trasferita ai Comuni con trascrizione nei registri immobiliari.
In seguito, con il DLGS 502/1992 le USL venivano trasformate in ASL, munite di personalità giuridica.
Ai sensi dell’art 5 comma 1 del citato decreto quindi si disponeva il trasferimento di tutti gli immobili entrati a far parte del patrimonio comunale in favore delle ASL.
Nel 1999 in forza di una delibera di giunta regionale l’immobile destinato ad ospitare la casa di riposo San Giuseppe di Acquapendente confluiva nel patrimonio della GEPRA , società incaricata della gestione degli immobili da reddito della Regione Lazio.
In seguito a questa delibera il Comune di Acquapendente e l’IPAB hanno fatto causa alla Regione Lazio per riparare l’errore e ripristinare la corretta allocazione della proprietà dell’immobile.
Sia il Comune sia il Commissario regionale, ravvisando come unica soluzione possibile quella di un accertamento davanti al giudice ordinario quale sia il legittimo proprietario dell’immobile, hanno avviato nel corso del 2016 una causa contro la Regione Lazio. Parallelamente hanno richiesto alla Regione Lazio l’applicazione di un canone ricognitorio che è pari al 10% del canone di mercato in attesa del pronunciamento del giudice in merito alla vicenda relativa alla proprietà.

In questo periodo, la costante preoccupazione dell’Amministrazione comunale e del Commissario regionale è stata quella di garantire la continuità del servizio per gli ospiti e di lavoro per il personale, che in alcuni casi ha visto migliorare la propria posizione contrattuale. A tal fine sono stati concordati specifici piani di rientro del debito con i principali creditori. Uno dei creditori, non avendo accettato il piano di rientro, ha fatto emettere un decreto ingiuntivo al quale sia il Comune sia la IPAB si sono opposti, confidando ancora in una soluzione bonaria.
Peraltro, è proseguita l’opera di adeguamento e di efficientamento della struttura attraverso investimenti realizzati grazie alla dismissione degli immobili della IPAB, che è stata finalmente autorizzata dalla Regione Lazio dopo decenni di vani tentativi.

Altra importante azione intrapresa durante lo scorso anno è stata quella di emanare un bando europeo per l’individuazione di un gestore affidabile che potesse traghettare, insieme alla IPAB, la Casa di Riposo verso la RSA.
All’esito del bando e dopo il superamento dei ricorsi al TAR, è stata affidata la gestione della struttura alla cooperativa sociale Progetto Colonna la quale ha provveduto ad assumere tutto il personale in servizio. Attualmente la gestione, seppur in sofferenza, è in sostanziale pareggio economico.

Grazie al canone di gestione, la IPAB è in grado di fronteggiare i piani di rientro concordati con i creditori.

Attualmente è in corso la richiesta di accreditamento presso la regione Lazio per 60 posti di RSA, per 10 posti di casa di riposo e per un centro diurno specialistico.
Finalmente si comincia ad intravedere l’uscita dal tunnel di una vicenda lunga e complessa.

L’attuale amministrazione comunale ha voluto fortemente salvaguardare e rilanciare la struttura, proponendo il subentro del Comune alla IPAB al momento della sua liquidazione.
Complessivamente si cerca di delineare un quadro istituzionale e gestionale più chiaro e più efficiente in modo da garantire a questo importante servizio migliori condizioni di lavoro ed una più qualificata assistenza per gli ospiti.

Senza questa operazione sarebbe perdurata una situazione di confusione e di incertezza che avrebbe ulteriormente aggravato una situazione sempre più insostenibile, ormai prossima al fallimento.
Serviva un atto di coraggio e di responsabilità ed un progetto, concordato con la Regione, che indicasse una strada chiara da percorrere.
Solo così sarà possibile porre le basi per il rilancio di un servizio pubblico fondamentale e necessario alla nostra comunità.

A Trevinano il primo defibrillatore, per un comune cardioprotetto

Domenica 30 settembre 2018 alle ore 15.00 a Trevinano nella piazzetta del Monumento ai Caduti sarà inaugurato il primo defibrillatore installato sul territorio comunale.

Oltre ai rappresentanti del Comune e del Consiglio di Frazione saranno presenti la locale Associazione Pro Loco e la Misericordia di Celle sul Rigo.
Quest’ultima ha organizzato gratuitamente i corsi per il corretto uso dell’attrezzatura.

Ci sono perciò dei cittadini già formati ed in grado di intervenire in modo appropriato ed altre iniziative di formazione si aggiungeranno in modo da garantire le possibilità di soccorso ad un numero di persone il più ampio possibile.

L’acquisto è stato possibile grazie ad iniziative di sottoscrizione volontaria ma anche per il contributo di Banca Tema.

Dopo Trevinano anche la frazione di Torre Alfina ed il centro capoluogo saranno dotati di defibrillatori, facendo di Acquapendente un comune cardioprotetto.

L’Amministrazione Comunale esprime un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a questo importante risultato.

Riapre il bosco del Sasseto

Si è finalmente conclusa la procedura di esproprio per il Sasseto e per il giardino storico del castello di Torre Alfina. Il 19 settembre il Comune è entrato definitivamente in possesso dei beni, il cui contratto è stato registrato e trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari più di un mese prima.

Ora per il Sasseto si apre la fase della gestione, che oltre all’offerta turistica dovrà comprendere una migliore manutenzione dei luoghi.
In condizioni peggiori è il giardino storico, ormai quasi irriconoscibile, che dovrà essere oggetto di un intervento di restauro.

Il Sasseto sarà comunque riaperto in tempi brevi con l’organizzazione di una biglietteria che funzionerà anche da centro informazione e di servizi, in modo da garantire un’accoglienza adeguata ai tanti visitatori che sono già interessati a conoscere questo straordinario bosco.

Si prevede, per regolamentare l’utenza e minimizzare gli impatti ambientali, la sola “fruizione assistita con accompagnamento”, con priorità di prenotazione.

L’accesso al bosco sarà possibile previa acquisizione di un biglietto di ingresso, secondo le tariffe deliberate dal Comune (comprensivo della visita al Museo del Fiore):

Biglietto intero: € 6,00 (adulti fino a 64 anni, ragazzi sopra i 14 anni);

Biglietto ridotto: € 4,00 (anziani oltre i 65 anni, bambini tra i 7 e i 14 anni compresi, gruppi di minimo 20 persone, gruppi scolastici e universitari dietro presentazione di richiesta, convenzioni con enti e associazioni);

Biglietto gratuito: residenti nel Comune di Acquapendente, bambini fino a 6 anni, un accompagnatore ogni 20 paganti).

Trattandosi di un Monumento Naturale, cioè di un luogo tutelato per il suo alto valore naturalistico, agli operatori che effettuano le visite guidate (su cui non c’è nessuna esclusiva) si richiede, oltre che la professionalità, una assunzione di responsabilità circa il corretto comportamento delle persone accompagnate ed una polizza assicurativa che copra eventuali danni. Tutto sarà regolamentato e sottoscritto in apposite convenzioni.

Il numero massimo di visitatori che possono essere presenti contemporaneamente nel Monumento Naturale è pari a 120 unità, suddivise in gruppi da massimo 30 visitatori, ridotto a 60 dal 15 marzo al 31 maggio ed in concomitanza di riprese.

Le attività di visita dovranno essere conformi al regolamento di gestione del Monumento Naturale che è stato adottato dal Consiglio Comunale e che è stato inoltrato per l’approvazione alla Regione Lazio.

Si prevede pertanto una fruizione del bosco in orario diurno con una apertura ordinaria, in cui è garantita l’apertura di una biglietteria e di un punto informativo e con possibilità di visite su prenotazione in altri giorni, lasciando comunque almeno un giorno a settimana di inattività nel bosco.

Per incrementare il numero dei turisti dopo la prima fase di avvio saranno messe in campo iniziative di marketing e promozione, con l’offerta di vari pacchetti che oltre al Sasseto proporranno la visita di altri luoghi, come il Museo del Fiore, le strutture della Riserva Naturale e i centri storici.

La gestione dei flussi turistici sarà strettamente legata a ciò che tutto il territorio è in grado di offrire, sia per iniziativa pubblica che privata.

Si riapre anche la prospettiva di un’offerta integrata con i territori oltre i confini regionali, come la confinante Selva di Meana e la villa Cahen di Allerona. La storia e i luoghi della famiglia Cahen possono rappresentare il filo conduttore per rafforzare un rapporto di collaborazione con la città di Orvieto ed il suo territorio. È un progetto ambizioso in cui l’Amministrazione Comunale crede molto, che va oltre i benefici che può trarne la frazione di Torre Alfina.

Il giorno 30 settembre alle ore 16.00 si terrà la cerimonia di apertura al pubblico.

Intervista al dott. Remo Brenci, nuovo responsabile del coordinamento clinico dell’ospedale

(a cura di Fabrizio Pieri)

Una mattina sono stato ricevuto dal dott. Remo Brenci e ne è nata questa intervista.

L’ho trovato carico di entusiasmo per questo suo nuovo ruolo e mi ha detto tante cose che non è facile riportare tutto.

La nostra conoscenza pluridecennale e la sua cordialità mi hanno portato a dargli del “tu” senza troppe formalità.

In che consiste l’incarico che ti hanno dato?

Su decisione della dott.ssa Daniela Donetti, Direttore Generale della ASL, mi è stato affidato il ruolo di coordinamento dell’attività clinica dell’ospedale di Acquapendente e di direttore dell’unità operativa di Medicina Generale.

Come aquesiano tengo molto al rilancio del nostro ospedale: il suo buon funzionamento non è in contrasto con l’attività delle altre strutture sanitarie a condizione che ci sia chiarezza sulla definizione dei servizi e ci sia la possibilità di farli funzionare in sinergia.

Che situazione hai trovato all’ospedale di Acquapendente?

Non una situazione disastrosa come qualcuno la descrive.

La ASL non ci ha mai abbandonato e l’amministrazione comunale ha sempre vigilato. Considera che la sanità del Lazio è stata commissariata e siamo usciti da questa situazione da pochissimo tempo. Ora in un ottica “più normale” speriamo di ottenere qualche risorsa in più.

Io non sono qui a criticare il passato, ma preferisco dirti cosa stiamo facendo. Credo che serva una buona pianificazione e programmazione di ciò che si possa fare che deve essere a vantaggio delle esigenze della nostra e delle limitrofe comunità.

La qualità di un ospedale dipende anche dalla risoluzione dei piccoli, ma spesso grandi, problemi quotidiani.

Puoi descriverli più concretamente?

Per esempio: migliorare gli ambienti di lavoro e quelli riservati agli utenti.

Un’ efficace smaltimento dei rifiuti ci ha portato a liberare alcuni spazi prima inutilizzabili.

Abbiamo agito sulla messa a norma dei locali (laboratorio analisi, sale di attesa, ex farmacia, etc.); sono stati impiantati condizionatori d’aria in tutte le stanze di degenza e stiamo completandoli in tutti gli ambulatori; sono stati posizionati gli aeratori nei bagni; abbiamo ristrutturato gli infissi; rimesso in funzione i presidi per la movimentazione dei pazienti non autosufficienti e ristrutturato parte della pavimentazione.

Ho intenzione di rendere disponibile, ai pazienti ricoverati, una sala ricreazione-mensa e di trasferire gli ambulatori al primo piano rendendo più agevole l’accesso per gli utenti.

Sul piano delle attività, ovvero dei servizi offerti alla popolazione, quale è la situazione?

Con le risorse umane a disposizione si cerca di fare il massimo. Se l’ospedale è ancora in funzione si deve alla dedizione, alla serietà ed alla professionalità di tutti gli operatori sanitari.

Fatta questa doverosa premessa c’è da dire che gli ambulatori stanno funzionando. Si sta assistendo ad un sempre più alto numero di utenti ricorrenti ai servizi specialistici offerti dalla struttura.

Sono riuscito ad ottenere fondi per l’acquisto di una seconda frusta gastro-endoscopica: tale presidio aumenterà il numero e la qualità delle prestazioni dell’ambulatorio di endoscopia digestiva, la cui responsabile è la dott.ssa Bertoli, riducendo di molto i tempi di attesa.

La dott.ssa Primieri in collaborazione con la dott.ssa Delia e la dott.ssa Calonzi della UO di ginecologia di Viterbo eseguono visite ed interventi di chirurgia endoscopica potenziando l’offerta e la qualità di un servizio di estrema importanza per le donne.

Le disposizioni regionali in ambito delle prenotazioni CUP sono a volte troppo complesse e spesso non aiutano l’utente nella scelta del servizio più vicino territorialmente e più qualificato per la problematica in essere. Con i miei collaboratori stiamo ottimizzando gli appuntamenti e gli orari degli ambulatori di cardiologia, di chirurgia, della terapia del dolore, di oculistica, ortopedia, di ORL e pneumologia.

In particolare l’ambulatorio di cardiologia è gestito dalla dott.ssa De Luca, proveniente dal presidio di Montefiascone, disponibile il lunedì di tutte le settimane; l’ambulatorio chirurgico è assicurato dal dott. Sbarra, dott. Ferri e dott. Paioletti il lunedì, mercoledì e venerdì ed a breve ho intenzione di implementarlo con il contributo professionale del dott. Di Cola, attualmente in carico al pronto soccorso.

A proposito del Pronto Soccorso vorrei comunicare che non è più sotto organico e svolge la sua attività per 24 ore al giorno; l’ambulatorio di oculistica vede l’opera del dott. Ceccarelli e del dott. Conticelli da numerosi anni al servizio della popolazione; l’ambulatorio di otorinolaringoiatria è attualmente diretto dal dott. Fagotto proveniente dal reparto di ORL di Viterbo; l’ambulatorio pneumologico, affidato alla dott.ssa Paoletti, è in continua crescita per numero e qualità delle prestazioni; l’ambulatorio per la cura dell’osteoporosi è da numerosi anni diretto dal dott. Muccifora; la “terapia del dolore” è anch’essa da moltissimi anni affidata alla professionalità del dott. Muzzi; l’ambulatorio di ortopedia svolge visite grazie ai colleghi della ortopedia di Viterbo ed a breve intendiamo iniziare ad intraprendere anche l’attività chirurgica.

L’UO di radiologia con i dott. Bigerna e il dott. Conti ed il laboratorio analisi con la dott.ssa Fè, malgrado la cronica carenza di organico, continuano instancabilmente la loro opera: anche in questi casi, con il sostegno dell’azienda, contiamo di migliorare l’offerta.

Prossimamente sarà a disposizione della popolazione un ambulatorio per l’esecuzione di ecocolorDoppler affidato al dott. Mariani.

La dott.ssa Brufani, diabetologa ed endocrinologa sta dedicandosi all’abbattimento delle liste d’attesa nel progetto della diabetologia aziendale della quale è responsabile il dott. Grande.

Altro elogio all’attività dei fisioterapisti, i quali sotto la responsabilità del dott. Zucchi coadiuvato localmente dal fisioterapista sig. Ronca, ci offrono sempre la loro piena collaborazione.

Una menzione particolare per il dott. Leonardi, responsabile dell’UO di Medicina, da quasi un ventennio in carico presso il reparto.

Voglio, infine, ringraziare tutto il personale infermieristico ed ausiliario per la professionalità e la disponibilità a raccogliere ogni nuova sfida.

Certamente, con più personale a disposizione, potremmo migliorare tutte le attività in essere e future. Insieme al sindaco, all’amministrazione comunale e a tutti gli enti che vorranno aiutarci, continueremo a lavorare ed a chiedere aiuto, in modo costruttivo e collaborativo, alla nostra ASL.

Apre ad Acquapendente lo Sportello Lavoro

La grave crisi economica ed occupazionale che ha colpito il territorio è un fenomeno che deve essere guardato con molta attenzione. Il Comune, quale ente pubblico di prossimità, nella condizione di destinatario di aspettative importanti sotto questo profilo, è chiamato a fare la propria parte.

Ed è in quest’ottica che l’Amministrazione Comunale di Acquapendente ha voluto attivare in città uno “Sportello Lavoro”, un servizio innovativo che contribuirà a dare una risposta concreta e gratuita ai giovani che cercano il primo impiego, ai disoccupati ed inoccupati, alle imprese e alle famiglie che chiedono un aiuto per l’assistenza ai loro cari o per altri bisogni.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di mettere in contatto l’offerta e la domanda di lavoro, creando sinergie per lo sviluppo dell’occupazione ed aumentare le competenze professionali.

I percorsi formativi saranno perciò orientati alle possibilità reali di occupazione, dopo un’attenta analisi delle possibilità presenti sul territorio.

Lo Sportello Lavoro agirà perciò in maniera attiva, andando a ricercare, monitorando e stimolando tutti i soggetti interessati ed il suo lavoro sarà utile anche per orientare gli investimenti, sia privati che pubblici.

Lo Sportello sarà aperto al pubblico dal 19 settembre 2018, in collaborazione con Umana, agenzia per il lavoro che conta 130 filiali operative in tutto il territorio nazionale.

Lo Sportello fornirà consulenza personalizzata, sia per chi cerca occupazione, sia per le imprese, con attività di orientamento, formazione e inserimento al lavoro.

L’iniziativa si aggiunge allo Sportello Europa, servizio già presente presso il Comune, orientato allo sviluppo di startup e imprese già esistenti, con un’attenzione particolare alle opportunità di finanziamento.

Si completa così il quadro di una politica attiva ed innovativa per lo sviluppo economico del territorio, che è una parte importante dei programmi dell’Amministrazione Comunale, la quale fin dal suo insediamento ha dato molta importanza a queste tematiche.

L’ampliamento delle possibilità di lavoro, in ogni settore e compatibilmente alla sua sostenibilità economica, sociale ed ambientale, è l’unica strada per invertire il trend negativo degli ultimi anni.

Cosa rimane da vedere dopo Urban Vision 2018

Passate le due giornate live dell’edizione 2018 di Urban Vision, non è tutto finito.
Rimangono aperte due belle mostre che dal festival di quest’anno hanno avuto origine.

Presso la Biblioteca comunale sarà ancora aperta fino al 4 agosto la mostra di Francesca Rossi “C’era una volta”, che raccoglie una buona parte del suo lavoro di illustratrice/disegnatrice per l’editoria per bambini.
Un assaggio online del lavoro di Francesca lo trovate sul suo blog, ma la mostra è da vedere, assolutamente.

C’è poi la mostra fotografica di Cesare Goretti, Uno Sguardo Imprevisto, ancora aperta fino al 15 luglio (sbrigatevi!) alla galleria Falzacappa Benci, in Via Roma 6.

Sul lavoro di Cesare ci sarebbe troppo da dire. Il consiglio che vi diamo è andare a vedere le sue foto e parlare con lui, uscirete dalla mostra con uno spirito più positivo.

Poi, come si sa, Urban Vision lascia sempre il segno.

Dopo quattro anni ormai è possibile percorrere un itinerario interessante alla ricerca della Street Art.
C’è ancora tempo per una visita guidata, proposta in questa iniziativa della cooperativa L’Ape Regina, oppure tornate quando volete.

 

Domande per il Reddito di Inclusione (REI)

Si rende noto che in base alle ultime disposizioni si amplia la platea dei beneficiari del Reddito di Inclusione (REI) grazie al venir meno dei requisiti familiari (presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne).

Pertanto, a partire dal 1° giugno 2018, possono presentare domanda tutti coloro che hanno un ISEE fino a 6mila euro, un ISRE fino a 3mila euro e altri specifici requisiti economici, indipendentemente dalla composizione familiare.

A tal fine l’INPS ha pubblicato il nuovo modello di domanda, di seguito riportato in link, che recepisce le novità previste.

Per chiarimenti rivolgersi all’ufficio dei Servizi Sociali

(informazioni al seguente link http://www.lavoro.gov.it/…/rei-il-nuovo-modello-di-domanda…/)

Carta di identità elettronica

A partire dal 1 giugno 2018 il Comune di Acquapendente emetterà esclusivamente la Carta d’Identità Elettronica (C.I.E.).

Le carte d’identità in formato cartaceo rilasciate in precedenza resteranno valide fino alla loro data di scadenza.

La nuova Carta di Identità Elettronica è il documento personale che attesta l’identità del cittadino, ha le dimensioni di una carta di credito, contiene la foto ed i dati del titolare, è dotata di sofisticati elementi di sicurezza per evitarne la contraffazione e di un microchip che memorizza i dati, compresi elementi biometrici come le impronte digitali.

La carta d’identità elettronica è un documento multifunzionale che, oltre all’impiego ai fini dell’identificazione, può essere utilizzata per richiedere una identità sul sistema SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), al fine di garantire l’accesso ai servizi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni.
Inoltre la CIE è un documento di viaggio valido in tutti i paesi appartenenti all’Unione Europea e in quelli con cui lo Stato Italiano ha firmato specifici accordi (come la carta di identità in formato cartaceo).

La Carta di Identità Elettronica non viene consegnata direttamente allo sportello al momento della richiesta.

E’ stampata dall’Istituto Poligrafico dello Stato e spedita al cittadino che la riceverà entro 6 giorni lavorativi dalla richiesta, presso l’indirizzo da lui indicato. Per questo motivo i cittadini sono invitati a tener conto dei tempi di consegna e provvedere al rinnovo del proprio documento d’identità in tempo utile.
La Carta di Identità Cartacea potrà essere richiesta solo per una reale e documentata urgenza secondo quanto previsto dalla Circolare del Ministero dell’Interno n. 4/2017 (motivi di salute, di viaggio, di consultazione elettorale, di partecipazione a concorsi o gare pubbliche)

Per richiedere la nuova C.I.E. bisognerà recarsi personalmente all’ufficio anagrafe con:
– una fototessera recente;
– codice fiscale o tessera sanitaria;
– carta di identità scaduta o in scadenza (il rinnovo può essere chiesto fino a 180 giorni prima la scadenza) o l’eventuale denuncia di furto o smarrimento;
– permesso o carta di soggiorno se il richiedente è cittadino extracomunitario.

La nuova C.I.E. rispetta le scadenze previste per la vecchia carta d’identità cartacea e cioè:
da 0 a tre anni validità 3 anni
da tre a diciotto anni validità 5 anni
da diciotto anni in poi validità 10 anni.

La carta di identità elettronica costa €. 22.21 (€ 16.79 per la stampa e la spedizione a carico del Ministero e €. 5.42 per i diritti comunali, come per la carta di identità cartacea).
Al momento della richiesta di emissione della Carta di Identità Elettronica le persone maggiorenni possono esprimere la propria volontà (assenso o diniego) a donare organi e tessuti sottoscrivendo una dichiarazione che sarà trasmessa telematicamente al Sistema Informativo Trapianti (SIT).

La CIE potrà essere chiesta presso l’ufficio anagrafe nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 12.00.

Previo appuntamento che può essere concordato telefonicamente allo 0763 7309217 o via email: anagrafe1@comuneacquapendente.it.

Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio anagrafe del Comune o consultare il sito http://www.cartaidentita.interno.gov.it/