Il Bosco del Sasseto è un luogo dal fascino unico dove nei secoli si è sviluppato uno stupefacente bosco monumentale, esempio di una foresta vetusta con tanti alberi di specie, ecologie e storie diverse che qui si ritrovano in una sorta di bosco rifugio dove convivono il faggio, l’olmo montano, l’acero di monte con il leccio e l’albero della manna insieme ad altre 30 specie di alberi differenti, e che oggi è uno scrigno di biodiversità con una ricca flora e fauna con molti elementi rari per il Lazio.

Il nome del bosco si deve ai tanti massi lavici originati da una rupe vulcanica soprastante originata dal più antico vulcano laziale circa 820.000 anni fa, la cui bocca eruttiva era posizionata nell’area dell’attuale castello. Su questo pendio e tra i massi sono cresciuti molti alberi centenari alti oltre 25 metri e con diametri superiori al metro; il luogo si ammanta di una atmosfera particolare e quasi magica grazie alle forme contorte degli alberi, i grandi tronchi a terra, i manti di muschi e felci sui massi e un ricco sottobosco che in primavera dispensa molteplici estese e rare fioriture e in autunno il letto che accoglie i semi che daranno nuovi alberi e vita.

La natura si presenta rigogliosa e ad ogni passo lungo massicciate dei suoi sentieri, oggi mimetizzate e rivestite di muschi, ci si può inoltrare in una natura intricata e rigogliosa e ci si può stupire con colori, profumi, suoni e sensazioni e scoperte inattese di tanti animali che qui trovano tanti rifugi, nutrimento e siti dove fare i nidi o le tane.

Il bosco non solo crea un’atmosfera e un paesaggio unico ma narra anche la storia di un uomo e la sua famiglia, il conte Edoardo Cahen, che a fine ‘800 amò a tal punto questo luogo selvaggio da renderlo, rispettosamente, accessibile e da eleggerlo ad ultima dimora, all’ombra del Castello che fu il centro del suo nuovo marchesato, in un piccolo mausoleo in stile neogotico in una radura che si apre all’improvviso nella foresta.

Il Bosco è ancora oggi un unicum con il giardino storico “Cahen d’Anvers” del Castello di Torre Alfina. I giardini e i sentieri del bosco sono stati progettati alla fine dell’800 dagli architetti francesi Henry e Achille Duchêne come parco del castello, per permettere di raggiungere dallo stesso gli angoli più suggestivi del bosco, alcuni manufatti (le ghiacciaie, la pompa dell’acqua e la sorgente dell’Acquabella) e il mausoleo neogotico, progettato negli stessi anni dall’architetto senese Giuseppe Partini in contemporanea al rifacimento del castello, e dove è stato sepolto il marchese Edoardo Cahen.
Il bosco dal 2006 è Monumento Naturale della Regione Lazio (D.P.R.L. n. 167 del 11 maggio 2006) e area ZSC e ZPS (IT 6010002) ai sensi di direttive comunitarie per la Rete Natura 2000.

Il complesso, di proprietà civica del Comune di Acquapendente dal 19 settembre 2018, è di circa 61 ettari ed il giardino e il bosco sono sottoposti dal 2019 a vincolo del MiBAC e sono stati riconosciuti nella rete regionale delle dimore storiche (dimore, ville, complessi architettonici e del paesaggio, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico – Determinazione Dirigenziale R.L. n. G00925 del 01.02.2019).

La visita al bosco può essere completata o preceduta dalla visita al Museo del fiore, attraverso lo stesso biglietto, per scoprire la notevole biodiversità dell’area e per avere gli strumenti di interpretazione degli elementi del sito e di tutto il territorio, dei suoi paesaggi e delle tradizioni che si radicano nelle fioriture primaverili.
Il giardino occupa un’area adiacente alla rampa del castello e delimitata a sud da un muro e un vigneto. I Duchêne articolarono quest’area mediante una sequenza ricca e complessa di ambiti paesaggistici diversi, caratterizzati da forme e soluzioni varie, parti boscose e naturali alternate ad altre scandite da un assetto geometrico enfatizzato dal disegno dei parterre con geometrie regolari e simmetriche e delle relative aiuole con prevalenza di siepi ed essenze floreali.

Il bosco dal 2006 è Monumento Naturale della Regione Lazio (D.P.R.L. n. 167 del 11 maggio 2006) e area ZSC e ZPS (IT 6010002) ai sensi di direttive comunitarie per la Rete Natura 2000.

Il complesso, di proprietà civica del Comune di Acquapendente dal 19 settembre 2018, è di circa 61 ettari ed il giardino e il bosco sono sottoposti dal 2019 a vincolo del MiBAC e sono stati riconosciuti nella rete regionale delle dimore storiche (dimore, ville, complessi architettonici e del paesaggio, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico – Determinazione Dirigenziale R.L. n. G00925 del 01.02.2019).

La visita al Bosco può essere completata o preceduta dalla visita al Museo del fiore di Torre Alfina e/o al Museo della Città Civico e Diocesano di Acquapendente, prenotando un BIGLIETTO UNICO (link: https://laperegina.it/biglietto-unico-cosa-e/). Approfitta dello sconto per scoprire la notevole biodiversità dell’area e per avere gli strumenti di interpretazione degli elementi del sito e di tutto il territorio, dei suoi paesaggi e delle tradizioni che si radicano nelle fioriture primaverili e conoscere le meravigliose bellezze storiche ed archeologiche e religiose del nostro territorio.